Ipertensione: la combinazione Valsartan e Sacubitril riduce la pressione arteriosa sistolica aortica e la pressione di polso rispetto al bloccante del recettore dell'angiotensina tradizionale
La combinazione di Valsartan e di Sacubitril, nota come LCZ696 ( Entresto ), ha ridotto significativamente la pressione arteriosa sistolica dell’aorta e la pressione di polso rispetto a un bloccante del recettore dell'angiotensina standard ( ARB; sartano ) Olmesartan nei pazienti con ipertensione, secondo i risultati dello studio PARAMETER.
I risultati hanno mostrato effetti benefici della combinazione di Valsartan e di Sacubitril, un inibitore del recettore dell'angiotensina / neprilisina ( ARNI ), che si traducono in una maggiore protezione contro le malattie cardiache, ictus e scompenso cardiaco rispetto alle attuali strategie terapeutiche.
Inoltre l’associazione Valsartan e Sacubitril ha esercitato un effetto particolarmente potente sulla riduzione della pressione sanguigna notturna, che è un forte predittore di rischio cardiovascolare.
Lo studio PARAMETER ha incluso 454 pazienti anziani ( età media 68 anni ) ad alto rischio di insufficienza cardiaca a causa di ipertensione sistolica e una pressione di polso ( pressione sistolica meno pressione diastolica ).
L’ampia pressione di polso è associata a irrigidimento delle arterie correlato all'età.
All’irrigidimento delle arterie, la pressione nell’aorta aumenta più velocemente rispetto alla pressione misurata al braccio.
I pazienti sono stati randomizzati a Valsartan / Sacubitril ( 200 mg, una volta al giorno ) o a Olmesartan ( 20 mg, una volta al giorno ) per 4 settimane, seguita da una titolazione forzata con raddoppio delle dosi iniziali nell’arco delle successive 8 settimane.
L'end point primario dello studio era la riduzione dal basale alla 12.a settimana della pressione sistolica dell’aorta centrale ( CASP ), con esiti secondari tra cui la riduzione dal basale alla 12.a settimana della pressione di polso dell’aorta centrale ( CPP ) e della pressione sistolica ( SBP ) centrale e brachiale a livello ambulatoriale per 24 ore.
Dopo 12 settimane, i pazienti trattati con l’associazione Valsartan e Sacubitril hanno presentato una maggiore riduzione di CASP di 3.77 mmHg e una maggiore riduzione di CPP di 2.4 mmHg dal basale, rispetto ai pazienti trattati con Olmersartan ( p=0.01 e p=0.012, rispettivamente ).
La pressione sistolica brachiale e centrale misurata ambulatorialmente per 24 ore è risultata significativamente ridotta dal basale a 12 settimane in entrambi i bracci di trattamento, con un abbassamento della pressione sistolica brachiale nel gruppo Valsartan / Sacubitril di ulteriori 4.1 mmHg e della pressione sistolica centrale di ulteriori 3.3 mmHg rispetto a Olmesartan ( P inferiore a 0.001 per entrambi ).
Questo risultato è stato più pronunciato durante il periodo notturno.
La terapia farmacologica addizionale è stata permessa nel periodo 12-24 settimane, qualora il controllo adeguato della pressione arteriosa non fosse stato raggiunto; una percentuale maggiore di pazienti trattati con Olmesartan ha richiesto terapia aggiuntiva per migliorare la pressione sanguigna rispetto ai pazienti nel gruppo Valsartan e Sacubitril ( 47% versus 32% ).
Infine, in una analisi esplorativa della velocità dell’onda di polso carotido-femorale, una misura della rigidità arteriosa, i ricercatori hanno osservato una tendenza verso un miglioramento maggiore in un sottogruppo di pazienti trattati con Valsartan e Sacubitril con le arterie più rigide al basale.
Questo è coerente con l'ipotesi che la migliore riduzione della pressione aortica con Valsartan / Sacubitril sia associata a un miglioramento della funzionalità delle arterie rigide nelle persone anziane.
PARAMETER è il primo studio randomizzato che ha dimostrato la capacità dell’associazione Valsartan e Sacubitril di ridurre significativamente la pressione centrale e la pressione di polso, rispetto a un sartano, nei pazienti anziani ad alto rischio con ipertensione sistolica e un’ampia pressione di polso.
Questi dati sono importanti perché l'abbassamento della pressione sistolica e della pressione di polso, nel tentativo di ridurre il rischio di malattia cardiovascolare e di insufficienza cardiaca, nelle persone anziane con le arterie rigide è un bisogno non ancora soddisfatto. ( Xagena2015 )
Fonte: European Society of Cardiology ( ESC ) Meeting 2015
Cardio2015 Farma2015
Indietro
Altri articoli
Empagliflozin migliora gli esiti cardiovascolari e renali nell’insufficienza cardiaca indipendentemente dalla pressione sistolica
Empagliflozin ( Jardiance ) riduce il rischio di morte cardiovascolare o di ospedalizzazione per insufficienza cardiaca ( HF ) nei...
Effetto della pressione arteriosa sistolica e diastolica sugli esiti cardiovascolari
La relazione tra la pressione arteriosa sistolica e diastolica in ambito ambulatoriale e gli esiti cardiovascolari rimane non ben definita...
Controllo intensivo della pressione arteriosa sistolica e malattia renale cronica incidente nelle persone con e senza diabete mellito
Le lineeguida, tra cui quelle dell’American College of Cardiology ( ACC ) e dell'American Heart Association ( AHA ) del...
Intervento sullo stile di vita e gestione medica con o senza bypass gastrico Roux-en-Y e controllo dell'emoglobina glicata, colesterolo LDL e pressione sistolica a 5 anni nel Diabetes Surgery Study
Il bypass gastrico Roux-en-Y è efficace nel raggiungimento degli obiettivi stabiliti per il trattamento del diabete, ma la durata è...
Il trattamento aggressivo della pressione sistolica può essere dannoso per i pazienti con insufficienza cardiaca e frazione di eiezione conservata
I pazienti ospedalizzati per insufficienza cardiaca con frazione di eiezione conservata [ HFpEF ] hanno presentato esiti meno favorevoli se...
Riduzione della pressione sistolica e rischio di malattie cardiovascolari e mortalità
Studi clinici hanno documentato che l'abbassamento della pressione sanguigna riduce le malattie cardiovascolari e i decessi prematuri. Tuttavia, l'obiettivo ottimale per...
Studio SPRINT: la pressione sistolica inferiore a 120 mmHg conferisce un minor rischio di mortalità e di eventi cardiovascolari
I risultati dello studio SPRINT ( Systolic Blood Pressure Intervention Trial ) hanno mostrato che l’obiettivo di pressione sistolica...
L’elevata pressione diastolica, ma non quella sistolica, aumenta il rischio di mortalità nei pazienti ipertesi, ma non in quelli normotesi, con ictus ischemico acuto
La relazione tra pressione arteriosa al momento del ricovero per ictus ischemico acuto e l'esito è controversa. Si è valutato...
Studio SPRINT, dati preliminari: abbassare la pressione sistolica a un valore inferiore a 120 mmHg riduce di un terzo i casi di infarto miocardico, scompenso cardiaco e di ictus
Un trattamento più aggressivo della pressione arteriosa, con un obiettivo per la sistolica inferiore a 120 mmHg, riduce i tassi...
L’aumento della pressione sistolica target può aumentare il rischio di ictus
I pazienti anziani con diabete mellito o malattia renale che hanno una pressione arteriosa sistolica di 140-149 mmHg hanno un...